L’ignoto (ig)noto

Posted on 16 Maggio 2017

“Ci sono cose che sappiamo di sapere. Ci sono cose che sappiamo di non sapere.

Ma c’è anche l’ignoto ignoto, cioè le cose che non sappiamo di non sapere. (…) Sembra un indovinello. Ma non lo è.”

Qualche giorno fa mi trovavo in una libreria della mia zona, come spessissimo mi capita, mi aggiravo con aria sognante e con lo sguardo da segugio alla ricerca di non so quale libro avesse deciso di chiamarmi proprio quel giorno. Ad un certo punto la libraia mi si avvicina e mi passa tra le mani un piccolo libretto da cui è estratto l’esergo di questo articolo: “L’ignoto ignoto” di Mark Forsyth.

Si tratta di un libricino veramente affascinante nel quale ho trovato, per la prima volta in vita mia, condensata una grande verità che mi è sempre appartenuta. Come si capisce leggendo attentamente la citazione viviamo in un mondo fatto essenzialmente da tre tipi di conoscenza: le cose che sappiamo di sapere sono l’insieme delle nostre conoscenze appunto, tutto quello che in vita nostra abbiamo imparato, appreso, saputo, conosciuto (ecc.); accanto a queste ci sono le cose che sappiamo di non sapere ossia tutte le cose di cui abbiamo una conoscenza superficiale ma delle quali ad esempio non potremmo mai dare spiegazioni o scriverci libri o fare conversazioni o conferenze. Ci sono infine le cose che non sappiamo di non sapere, e questa è la parte che mi ha profondamente colpita, perché al di là del rendermi conto del fatto che siamo tutti, chi più e chi meno, all’oscuro di moltissime cose di cui appunto non sappiamo neanche l’esistenza, questo tipo di ragionamento si addice alla perfezione al sentimento da cui mi lascio trasportare quando sono in una libreria (così come anche nel libretto se ne trova il riferimento). Spesso vado in libreria per comprare un libro ben preciso che ho in mente e quello diventa il primo obiettivo di pressoché immediata realizzazione, poi però ancora più spesso mi attardo girando tra quei magici contenitori di pensieri e parole che sono per me i libri, vago senza un senso preciso e mi ritrovo a sfogliare pagine, a toccare copertine, a scoprire grandezze e bellezze di cui appunto…. fino a poco prima ero assolutamente all’oscuro. Eccolo l’ignoto ignoto che mi chiama! Dalla mia passione per i libri ho sempre dedotto che in qualche modo fossero i libri a cercare i lettori e non viceversa come più spesso siamo soliti vedere e/o pensare. Ed ecco dunque arrivare quel libretto che mi spiega proprio questo strano fenomeno e che mi invita ancora di più ad andare nelle librerie…. Piccole…. Grandi…. Nascoste…. Nuove…. Antiche…. per farmi trasportare e trovare dal prossimo libro a lasciarmi affascinare dall’ignoto (ig)noto.