Psic- che cosa?

Posted on 11 Gennaio 2014

Nell’ambito del sostegno ai disagi della persona si riscontra la presenza di molte professioni che possono rendere difficile l’orientamento del singolo nel momento in cui si ponga l’ esigenza di porre una domanda di aiuto. Proviamo a dare delle indicazioni di base per facilitare l’ avvicinamento alle varie figure.

PSICOLOGO è il laureato (5 anni) in psicologia che ha superato l’Esame di Stato in psicologia ottenendo così l’ abilitazione alla professione, e conseguito l’ iscrizione ad un albo professionale. Non essendo un medico egli non può prescrivere farmaci ma ha a sua disposizione la parola come mezzo di sostegno, guida, consulenza, riabilitazione, assieme agli strumenti diagnostici legati alle sue specifiche competenze.

PSICOTERAPEUTA è il laureato in psicologia o in medicina che dopo l’Esame di Stato per l’abilitazione alla professione di psicologo ha frequentato  e concluso una scuola di specializzazione che gli ha conferito il titolo appunto di psicoterapeuta. Il percorso per divenire psicoterapeuta è quindi duplice: lo psicoterapeuta può essere sia medico che psicologo; nel caso che sia psicologo può esercitare tutte le attività dello psicologo e in più la psicoterapia, nel caso che sia medico può esercitare le attività del medico (fra cui la prescrizione di farmaci) e quelle dello psicoterapeuta. Quindi lo psicologo psicoterapeuta non può prescrivere farmaci. L’attività dello psicoterapeuta va più in profondità rispetto a quella dello psicologo, e permette di agire direttamente sui disagi della persona attraverso l’utilizzo di tecniche che variano a seconda della teoria di riferimento del professionista stesso e che sono per lo più centrate sul sintomo.

PSICHIATRA è il medico che si è specializzato in questa materia e che si occupa di cura e riabilitazione dei disturbi mentali partendo dalla definizione del sintomo come derivante da un funzionamento anomalo a livello fisiologico. Egli dunque utilizza prevalentemente farmaci per controllare o tentare di eliminare i sintomi lamentati dal paziente.

Per divenire PSICOANALISTA o PSICANALISTA, come già sosteneva Freud nei suoi testi, è necessario sottoporsi ad una analisi personale e didattica per la risoluzione di eventuali conflitti irrisolti e per l’acquisizione di competenze più specifiche, in modo che sia possibile disporsi in maniera più consona all’ascolto della parola dell’altro. Parallelamente al percorso personale di analisi, il futuro psicanalista partecipa ad un percorso di formazione superiore che prevede lo studio e l’analisi dei testi dei maestri di riferimento e partecipa regolarmente ad incontri di studio teorico e di supervisione di casi clinici assieme ad altri psicanalisti in formazione e a psicanalisi che già lavorano. Questo percorso di formazione insiste su una attenzione differente al disagio manifestato dall’essere umano, poiché il lavoro dell’analisi personale è diretto a favorire una ricerca della cause scatenanti del disagio stesso, in modo da recuperare a livello cosciente il perché del manifestarsi di determinati sintomi piuttosto che tentare di sopirli.

Capita abbastanza frequentemente che la parola psicoanalista venga usata alternativamente ad una ad essa molto simile: psicanalista.  Molto spesso si crede che la differenza sia soltanto di tipo linguistico ed ancora più frequentemente di quanto si possa immaginare la parola scritta senza la lettera “o” viene considerata errore di ortografia. In verità questa nuova definizione della tecnica di cui stiamo parlando è stata fortemente scelta e voluta da un grande maestro: lo psicanalista francese Jacques Lacan che intese con tale scelta scindere la pratica psicanalitica da tutte le altre a derivazione psicologica.